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Smart City. Milano è pronta, e il resto del paese?

La trasformazione digitale non è un processo che sta coinvolgendo solo il mondo del business e della produzione. I cambiamenti dovuti alle nuove tecnologie dell’informazione partiranno sin dal posto in cui viviamo.

Prende sempre più piede infatti il concetto di Smart City quale standard a cui aspirare per il futuro. Ma cosa rende una città “intelligente”? Esistono diverse interpretazioni in merito ma, nel complesso, si può considerare come Smart City un centro urbano in grado di ottimizzare le risorse al suo interno sfruttando le possibilità di connessione e comunicazione dei suoi elementi. In altre parole un ambiente per essere intelligente non può che essere innanzitutto interconnesso. E con due terzi della popolazione mondiale che per il 2050 vivrà in un centro urbano, creare spazi cittadini il più possibile vivibili sarà un fattore fondamentale per il benessere complessivo dell’umanità del futuro.

Un recente studio di Juniper ha stilato una classifica delle principali Smart City al momento presenti. In cima alla classifica troviamo Singapore, una città stato famosa anche per essere una delle aree tecnologicamente più avanzate del pianeta. A far bella mostra di sé nella classifica troviamo anche San Francisco e, nel nostro continente, Londra e Barcellona.

E l’Italia? Sicuramente Milano è la candidata principale al ruolo di prima, vera, Smart City nel nostro paese. I progetti che interessano la città non sono affatto pochi anzi, con 44.000 aziende operanti su progetti di Smart City e 345 mila addetti, Milano oggi è un vero e proprio cantiere smart.  Il Presidente della Camera di Commercio di Milano, Carlo Sangalli, ha stimato che il giro d’affari legato alla smart city milanesi ammonta a circa 100 miliardi di euro.

Un circuito di sviluppo a cui ha preso parte la stessa amministrazione comunale, che ha dato vita a progetti di crowdfunding civico per 300.00 euro, rendendo dunque possibili agli stessi cittadini prendere parte alla trasformazione di Milano in una Smart City. Tra i progetti coinvolti vanno segnalati “Sicurezza d’Argento”, un progetto pensato per monitorare in remoto anziani soli in condizione di fragilità, e CN-Smart Hub, che sfrutta le ultime tecnologie informatiche nella formazione per insegnare ai ragazzi mestieri tradizionali.

La sinergia tra pubblico e privato ha coinvolto anche l’amministrazione della Regione Lombardia. “Accordi per la ricerca”, call lanciata dall’amministrazione regionale, ha visto premiati 45 progetti per 4,5 milioni di budget ciascuno. A Segrate, alle porte di Milano, sorgerà Milano4You. Si tratta di uno spazio smart costruito da zero, il primo in Italia  e che vedrà la realizzazione su un’area di trecento mila metri quadrati di un nuovo spazio cittadino concepito secondo tutti i criteri della “Smart City”, a beneficio dei suoi abitanti. Un altro elemento di novità per rilanciare Milano quale Smart City di riferimento in Italia è il nuovo centro direzionale di Porta Nuova. Tra i vari progetti in corso spicca in particolar modo il “Nido Verticale”, un palazzo di quasi 100 metri che per merito dei suoi materiali sarà in grado di “respirare”, traspirando l’aria in modo da avere interni caldi d’invero e freschi d’estate.

A livello nazionale, i principali indicatori confermano Milano come la prima Smart City in Italia. Se altre città offrono comunque realtà d’eccellenza su alcuni punti, Milano al momento sembra essere la sola in grado di lanciarsi su ogni suo aspetto, dalla Governance cittadina alle opportunità per l’economia digitale fino ai progetti di natura sociale e quelli legati al rispetto dell’ambiente.

Il risultato è che il gap tra Milano e le altre città italiane sta aumentando. Un’opportunità per la città, ma al tempo stesso un possibile fattore di rischio. Di fronte a un futuro divario tra Milano e il resto del paese a livello di Smart City uno scenario possibile è che gli investimenti gravitino sempre più intorno alla città. Ma un’oasi tecnologicamente avanzata circondata dal deserto difficilmente potrà ottenere risultato ottimali nel lungo periodo. L’Osservatorio Nazionale Smart Cities lancia l’allarme: il nostro paese, al netto di Milano e qualche altra realtà cittadina, sostanzialmente fermo a livello d’investimenti nonché privo di una cabina di regia politica nel definire le possibili aree d’investimento pubblico e privato.

Milano non è Singapore, e ha necessariamente bisogno che il resto del paese resti in scia dal punto di vista tecnologico per far sì che le innovazioni presenti in città possano dare i propri frutti. Senza contare che se tutti si fiondano in città per fare lavori “smart” la gestione di tutti i progetti diventerebbe semplicemente impossibile. Va infatti ricordato, riprendendo la definizione iniziale, che una Smart City non è uno spazio rimpinzato di tecnologia avanzata senza alcun criterio ma un ecosistema intelligente, che vive grazie al valore tecnologico presente al suo interno.

Ad oggi, Milano di sicuro ha tutto il potenziale per diventare una delle più importanti Smart City a livello europeo e persino globale. D’altra parte, il gap tecnologico che contraddistingue il nostro paese rispetto alle altre economie avanzate in Europa e nel mondo potrebbe costituire una zavorra impossibile da sostenere anche per una realtà di sviluppo e innovazione dinamica e fertile come quella milanese.

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