Aumento della produttività del 40% e soddisfazione dei dipendenti pari al 92%.
Due risultati eclatanti, made in Microsoft: la filiale giapponese dell’azienda di Redmond ha ridotto la settimana lavorativa per i propri dipendenti a … 4 giorni!
Il programma si chiama “work life choice challenge”. Quello che sembra un paradosso nella cultura italiana, è stato sperimentato la scorsa estate, con l’obiettivo di apportare un maggiore equilibrio tra vita privata e vita professionale per i dipendenti.
Quelli della sede Microsoft di Tokyo, infatti, si sono visti pagare il venerdì come un giorno di ferie.
Un test che conferma ciò che molti studi sostengono da tempo: lavorare meno rende meno stressati, meno stanchi e più produttivi.
Il primo passo? Cambiare il mindset nelle aziende (qualcuna, come la svedese Tetra Pak, lo ha da sempre nel proprio dna).
Tra gli altri, il Melbourne Institute of Applied Economic and Social Research aveva rivelato, diverso tempo fa, che le ore ottimali di lavoro settimanali per mantenere alta la produttività sarebbero 25.
Ma lavorare meno non si traduce in una perdita per l’azienda: al diminuire delle ore di lavoro, non solo si è aumentata la produttività, ma si è avuto un netto taglio sui costi, con un risparmio di energia elettrica del 23% e del 58% sulla carta.
Visti i risultati, la filiale nipponica di Microsoft sta pensando di ripetere il test questo inverno.
L’Italia è ancora agli antipodi, non solo geograficamente. Eppure, dopo la crisi ormai decennale, mettere insieme maggior felicità aziendale, costi più contenuti e più alti profitti dovrebbe essere un obiettivo!
Industria 4.0 sta agevolando il progresso tecnologico e digitale. Quest’ultimo permette il miglioramento della qualità del lavoro. Che, in definitiva, rende possibile il miglioramento della qualità di vita.
Una rivoluzione quindi non solo tecnologica, ma culturale. Già compiuta, guarda caso, proprio dai principali attori della modernità tecnologica.