Tragedie come il terremoto in Centro Italia fanno sì che l’attenzione del pubblico si soffermi sulle distruzioni tangibili a palazzi, chiese e altri edifici d’importanza storica e culturale. Perdite inestimabili, ma troppe volte non ci si sofferma sulla perdita di beni immateriali a loro volta di enorme importanza. I dati digitali contenuti all’interno di computer, server e altri dispositivi di memoria fisici, molto spesso vengono persi per sempre con la distruzione del dispositivo che li conteneva. I danni derivati dalle perdite di dati sono senza dubbio meno evidenti rispetto a una parete crollata, ma non per questo sono meno gravi.
Viviamo un periodo in cui l’informazione è sempre più al centro della nostra struttura economica e sociale. Eppure è ancora diffusa la tendenza a non riconoscere il giusto peso giocato dalle informazioni nel nostro vivere, soprattutto quelle in formato digitale. Basterebbe tuttavia pensare come ormai le nostre finanze, i nostri acquisti, la nostra situazione fiscale e persino i nostri dati come cittadini all’interno di uno stato siano ormai contenuti su archivi digitali. In altre parole, tutto ciò che siamo e che facciamo scorre in forma di file, ed essere in grado di proteggere questi beni intangibili ma in ogni caso essenziali è importante tanto quanto costruire edifici in grado di resistere agli urti sismici.
Purtroppo la nostra Pubblica Amministrazione, che ha l’onore, ma soprattutto l’onere, di conservare dati importantissimi, è ben lontana dall’esser preparata in caso di calamità naturale. Eppure basterebbero pochi, banali accorgimenti, per non doversi poi pentire per aver perso informazioni importanti. A cominciare dall’utilizzo della tecnologia in cloud. Sono ancora forti le resistenze e i timori, del tutto infondati, che affidare i propri dati a un provider di servizi in cloud sia in qualche modo rischioso, e che il non poterne disporre fisicamente possa essere problematico (“e se dimentico la password di accesso?”). Sono però avvenimenti gravi e imprevedibili a dimostrare quanto in realtà i supporti fisici in apparenza tanto solidi e affidabili siano vulnerabili e quanto, invece, la rete internet si dimostri molto più resiliente proprio in virtù del suo essere intangibile.