Brutto colpo per Dropbox, uno dei più importanti servizi di cloud storage globali. Pare che siano stati violati 68 milioni di account, più del 10% del mezzo miliardo di profili totali della piattaforma. La compagnia al momento smentisce il furto dei dati d’accesso degli account violati, ma ammette il tentato attacco hacker e consiglia, per “ragioni di sicurezza”, agli utenti che hanno creato un profilo Dropbox nel 2012 di cambiare la password. D’altra parte, la rivista di tecnologia Motherboad afferma di esser entrata in possesso di un registro contenente le credenziali. Ancora ignote le possibili cause dietro questo attacco, ma l’ipotesi più accreditata è la rivendita dei dati sensibili nel deep web.
La debacle di Dropbox è l’ennesima prova che nemmeno i colossi del settore sono immuni dagli attacchi informatici. Per poter proteggere i propri dati sensibili occorre tenere una serie di comportamenti apparentemente banali ma in grado, invece, di fare la differenza nel respingere o meno un tentativo d’attacco informatico. Se ciò è molto importante per i profili privati, è a dir poco vitale per le imprese, i cui dati sensibili sono merce assai richiesta per gli hacker.
Ecco dunque qualche consiglio da seguire per proteggere meglio i propri spazi in cloud.
–Cambiare periodicamente la password. Può essere ogni due settimane od ogni mese, di certo non è consigliabile aspettare quattro anni e un grosso attacco informatico prima di decidersi a farlo.
–Seguire le regole fondamentali nella creazione di una buona password. Nessuno chiederebbe al proprio fabbro di farsi fare una serratura troppo facile da aprire. La stessa logica vale per le password. Per quanto possa sembrare comodo collegarsi semplicemente scrivendo il nome del proprio cane, i rischi di violazione aumentano enormemente inserendo riferimenti alla vostra vita personale o lavorativa all’interno della password. Per cui sono sconsigliati anche numeri legati a date di nascita da parte di parenti, amici, compagni e via dicendo. Una password efficace dovrebbe avere sia lettere che cifre, avere un’alternanza tra maiuscole e minuscole, non essere una parola o un concetto di senso compiuto e, infine, avere una ragionevole lunghezza (almeno 8-10) caratteri. Impossibile da ricordarsi al momento? Forse, ma meglio la scocciatura di segnarsela ovunque che vedersi
–Fare il backup dei dati. Il cloud storage è stato concepito anche per snellire gli archivi, cartacei o virtuali che siano. Tuttavia è sempre consigliabile conservare una copia di backup dei dati indipendentemente se sono su cloud, su pc o su server, così da non rischiare di perderli nel caso qualcosa vada storto col device di riferimento.
Un ultimo, importante, appunto specifico per il mondo dell’impresa. Dropbox ha avuto senza dubbio enormi meriti nella diffusione e nello sviluppo della tecnologia cloud, ma con ogni probabilità un’azienda ha bisogno di un architettura cloud dedicata a cui affidare efficacemente i propri dati sensibili, in grado di rispondere tempestivamente ad eventuali minacce dall’esterno.